Dal
22 aprile al 04 maggio 2014
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Se
normalmente la filosofia di DesertoLento è quella di fare le cose con
la giusta lentezza, necessaria per godere pienamente ogni momento del viaggio,
quest'anno questa idea del viaggio ha raggiunto il suo massimo splendore.
Già nella fase di discesa verso il sud si sono visti i presupposti:
abbiamo impiegato due giorni per raggiungere Ksar Ghilan, punto dal quale
il nostro viaggio nel deserto doveva avere inizio.
Infatti, usciti dalla nave, stanchi per le lunghe ed incomprensibili pratiche
doganali, concluse verso le 16.00, per evitare di fare troppa strada, siamo
andati a dormire ad Hammamet, a circa 50 chilometri.
Il giorno dopo avremmo potuto raggiungere Ksar Ghilan ed iniziare la traversata
del deserto la mattina dopo, ma perché fare le cose così in
fretta? Abbiamo preferito raggiungere Douz, dormire al Sun Palm, cenare con
calma e prepararci psicologicamente alla partenza del giorno dopo. Ovviamente
non siamo riusciti ad arrivare a Ksar Ghilan prima dell'ora di pranzo, anche
a causa di una foratura su asfalto del Toyota 80 di Franco, e, con calma,
verso le 14.00 siamo, finalmente, riusciti a toccare la sabbia.
I valorosi che si sono cimentati in questa avventura sono stati: Franco e
Graziella con un Toyota HDJ 80, Nello e Giusy con un altro Toyota HDJ 80,
Pierpaolo, Mariella ed Antonio con un Toyota HZJ 71, e finalmente, fuori dal
giro dei Toyota, Nuccio ed Anna con un Mitsubishi 3500 V6 a benzina (un pozzo
senza fondo) e Fausto e Lorella con un mitico Nissan Patrol GR del 90. Alla
guida della carovana, Salem e Sami con un Toyota HZJ 75
Abbiamo iniziato la traversata percorrendo le piste fino a Bir Aouine, dove
finalmente abbiamo toccato le prime lingue di sabbia, quando ho visto Pierpaolo,
fermo su una dunetta. Sceso dalla macchina per capire, mi dicono che mettendo
le quattro ruote motrici la macchina è rimasta in folle e non ne vuole
sapere più di muoversi.
Immediatamente si è formato un consulto di esperti che ha fornito una
diagnosi che spezzava le gambe. Qualcosa si era
rotto nel riduttore del cambio, per cui la macchina era diventata un carretto.
Cominciavamo bene! (punto PIERPAOLO)
Abbiamo fatto subito il punto della situazione e c'erano solo due possibilità:
chiamare un carro attrezzi da Douz e così far finire la vacanza a Pierpaolo
o cercare un pezzo di ricambio e tentare di riparare la macchina in loco.
Abbiamo deciso di tentare la seconda strada, perché per noi è
importante restare tutti insieme, o almeno tentare di farlo, ed abbiamo fatto
il campo mentre Salem telefonava con il satellitare a Douz per cercare il
pezzo. Più tardi, confortati dal fatto che il pezzo era stato trovato
e che l'indomani mattina sarebbe arrivato con i meccanici, siamo andati a
letto speranzosi.
L'indomani mattina i meccanici erano già al campo ed hanno cominciato
subito a scavare una buca sotto la macchina ed a smontare il blocco del cambio,
ma quando hanno provato a montare quello che avevano portato con se, si sono
resi conto che non era proprio quello giusto, e che anzi era più lungo
di un centimetro.
Visto che certo non si poteva accorciare, non restava altro che chiamare il
carro attrezzi, ma Salem che non si è voluto arrendere, ha continuato
provare ed ha ricominciato a fare telefonate.
Dopo un po', con la faccia sorridente, ci ha comunicato che forse aveva trovato
un cambio quasi nuovo in Libia e che ci sarebbe la possibilità di andarlo
a prendere a metà strada.
Ancora qualche telefonata e poi è partito verso la Libia, portandosi
anche il cambio originale, per essere sicuro che il modello fosse quella giusto,
per tornare dopo il tramonto, portando nel cassone, miracolo, proprio quello
che serviva per la macchina di Pierpaolo.
Questo significava che avremmo continuato il viaggio tutti insieme e siamo
andati a dormire sereni e pronti a continuare il giorno dopo.
La mattina del 26 i meccanici hanno sostituito il cambio e completato il lavoro
in meno di un'ora. Non riuscirò mai ad esprimere la mia ammirazione
per i meccanici tunisini! Sono abilissimi tecnici che con pochi mezzi ed in
condizioni proibitive, riescono a fare miracoli che per noi europei sono semplicemente
impensabili. In questi anni di viaggi nel deserto ho visto fare cose che voi
umani …...
Dopo la riparazioni, salutati i meccanici, siamo ripartiti, ma, prima di andare
a sud, siamo dovuti andare alla caserma dei militari a Bir Aouine perché
questi erano venuti a trovarci nel campo e ci avevano chiesto di verificare
i permessi.
La sorpresa è stata che i nostri permessi erano quasi scaduti, e ci
rimaneva un solo giorno per visitare le sorgenti e poi saremmo dovuti rientrare
a nord della caserma. Difficilmente saremmo riusciti in tempi così
brevi a visitare tutte le sorgenti di El Bhorma, ed anzi sarebbe stato difficile
visitarne anche una sola, ma abbiamo deciso di tentare, ed al limite rischiare
e sforare di qualche ora.
Così abbiamo aggirato il promontorio di Bir Aouine e poi abbiamo puntato
decisamente verso sud, cercando di fare il più in fretta possibile,
anche se ciò contraddice lo spirito di deserto lento.
La sera ci siamo accampati a circa 20 km da Ain Cam Cum un po' preoccupati
dal fatto che stavamo sforando i permessi.
Il mattino del 27 siamo partiti alla volta della sorgente, che, dopo avere
attraversato dune fantastiche e panorami stupendi, abbiamo raggiunto verso
le 16.00. Per chi non la conosce, Ain Cam Cum, come le altre sorgenti di El
Bhorma, è un ex campo di ricerca petrolifera, dove è stata trovata
acqua al posto del petrolio, e, per un accordo con il governo, questa è
stata lasciata scorrere per creare un punto di approvvigionamento per i nomadi
del deserto. Sul posto si trovano varie attrezzature arrugginite lasciate
quando il campo è stato abbandonato, e l'acqua fuoriesce da un tubo
verticale di circa sei metri.
Tutto intorno si è creato un piccolo ecosistema di vegetazione e di
piccoli animali ormai stanziali.
Non appena arrivati ci siamo messi in costume e ci siamo fiondati sotto il
getto di acqua calda e sulfurea che ci ha regalato un idromassaggio migliore
di quello delle migliori SPA. Purtroppo avevamo fretta e dopo neanche un'ora
siamo risaliti in macchina. Visto che ormai avevamo sforato il periodo dei
permessi, saremmo potuti andare a visitare un'altra sorgente, Ain Xab-Najm,
che si trova solo a 7 km più a sud, ma facendo i conti del carburante
residuo, ci siamo resi conto, che la macchina di Nuccio, unica macchina a
benzina, che più che un fuoristrada è una idrovora 4x4, non
ce l'avrebbe fatta a percorrere anche questo tratto in andata e ritorno, ed
anzi c'erano dei dubbi che potesse arrivare a Sif Es Souane e poi ad Ain Oudette,
come da programma. Non parliamo di tornare a Ksar Ghilan! Questo era assolutamente
impossibile!
Abbiamo deciso così di puntare verso nord, con l'assicurazione in ginocchio
di Nuccio di cercare di risparmiare al massimo il carburante sfiorando appena
l'acceleratore con il piede nudo per aumentare la sensibilità, e decidere
man mano sul da farsi.
La sera non siamo riusciti ad arrivare a Bir Aouine e ci siamo fermati a dormire
parecchi chilometri più a sud.
Il 28 abbiamo ripreso il viaggio verso nord ed abbiamo raggiunto verso l'ora
di pranzo il promontorio di Dakhlet El Hach, che già si trova vicino
al limite della zona non accessibile. Dopo pranzo abbiamo raggiunto Dakhlet
Salaina ed abbiamo tirato un sospiro di sollievo. Eravamo ormai fuori e ci
potevamo rilassare, ma dovevamo ancora tener conto della riserva di benzina
di Nuccio. Facendo i conti ci siamo resi conto che la benzina rimanente, che
in parte era caricata sulla macchina di Salem, poteva bastare appena per raggiungere
Ain Ouadette, e quindi non è possibile fare il giro previsto, ovvero
di raggiungere Sif Es Souane, per poi andare a Ain Ouadette. Ed inoltre dovevamo
pregare che alla sorgente qualcuno avesse della benzina da vendere, altrimenti
ci sarebbe toccato andarla a prendere a Ksar Ghilan!
Abbiamo valutato di lasciare Nuccio nel deserto (ovviamente portando con noi
Anna), ma, spinti dal fatto che alla dogana di Tunisi ci avrebbero fatto dei
problemi, abbiamo fatto l'unica scelta possibile: rinunciare a Sif Es Souane
e puntare direttamente alla sorgente. Così abbiamo deviato il nostro
percorso ed abbiamo puntato direttamente a nord, anziché a nord-ovest
come previsto.
La sera abbiamo dormito a circa 20 km da Ain Ouadette, nei pressi di Es Souida.
Il 29, attraversando dune molto alte, ed in conseguenza discese mozzafiato,
abbiamo raggiunto la sorgente verso l'ora di pranzo ed abbiamo onorato il
rito, rimanendo in ammollo come tante papere per qualche ora.
E' vero, quell'acqua non è certamente la più igienica che puoi
trovare, ma, come ti senti pulito dopo quel bagno!
L'ecosistema della sorgente è ormai notevole. Ci sono vari tipi di
uccelli, mammiferi, e addirittura pare che abbiano trovato una lepre (forse
portata da qualcuno). Ci sono addirittura degli asini allo stato libero che
ruminano intorno ai turisti.
Fortuna delle fortune c'era un amico di Salem, Belgacem, che accompagnava
dei quad, e che aveva due taniche di benzina in più! E per giunta non
si è approfittato della situazione e ci ha venduto la benzina a prezzo
di distributore! Evidentemente avevamo pregato abbastanza!
Il giorno dopo verso le 11.00 siamo ripartiti verso Ksar Ghilan, passando
per Dekamis Es Sghar e Gour El Kleb. Arrivati ad El Mida abbiamo trovato dei
nomadi nei pressi del pozzo, e dopo avere distribuito quantità industriali
di vestiti e giocattoli per i bimbi, ci siamo accampati nelle vicinanze.
Il 1 maggio siamo ripartiti ed abbiamo raggiunto Ksar Ghilan passando per
la prima volta (mai fatto prima) per la lingua sabbia che la collega a sud-oves
con le dune di El Mida.
Il programma era di dormire alla sorgente e poi risalire verso nord, ma nel
pomeriggio è arrivato un vento fortissimo che ha reso invivibile l'oasi,
per cui abbiamo deciso di andare a Douz per dormire comodamente in albergo.
Il resto è l'ordinaria storia del rientro. Il giorno dopo siamo andati
a dormire a Monastir ed il seguente siamo passati da Nabeul per poi andare
a Tunisi ad imbarcarci. Anche l'imbarco, purtroppo, è stato nello standard
della Grimaldi: arrivati di corsa alle 21.00 perché l'imbarco previsto
era alle 24.00, siamo rimasti in attesa sulla banchina guardando i TIR che
venivano caricati sulla nave. Alcuni di noi sono riusciti a salire alle 2
del mattino ma altri sono stati fatti imbarcare alle 04.00 e la nave è
partita alle 07.00 del mattino. La domanda è sempre la stessa: ma perché
non fate imbarcare prima le auto così la gente va a dormire e poi vi
caricate il resto con tutta calma? Complimenti alla Grimaldi e alla sua cura
del cliente. Ma nulla smonta il nostro entusiasmo. Siamo già pronti
per la prossima avventura!
Per concludere voglio fare un applauso alla squadra dei nostri amici tunisini:
a Salem per la sua ormai proverbiale professionalità e per la capacità
che ha avuto di risolvere il grossissimo problema della rottura del cambio,
ai meccanici perché sono dei professionisti eccezionali, capaci di
lavorare in condizioni impossibili, e così onesti da non approfittarsi
economicamente della situazione, a Belgacem per la sua disponibilità
ed onestà ed infine a Sami che con la sua folle simpatia ci ha tenuti
tutti allegri per tutta la durata del viaggio
Fausto e Lorella
Il percorso
Il
percorso tracciato in formato Ozi Explorer (scarica) |
Le fotografie
Le
foto di Fausto |